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L’ ordinanza della Corte di Cassazione n. 807/2025 ha introdotto nuovi e importanti chiarimenti in merito ai limiti e alle modalità di esercizio dei controlli difensivi da parte dei datori di lavoro.
I controlli difensivi sono delle attività di verifica che il datore di lavoro può attuare nei confronti dei propri dipendenti, al fine di tutelare gli interessi aziendali e prevenire comportamenti illeciti. Le forme di questi controlli possono assumere sono diverse, dai più tradizionali controlli documentali fino all’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati (es. video sorveglianza, pc Forensiche) e all’ impiego di esperti di indagini private.
L’ ordinanza n. 807/2025 ha ribadito 4 principi:
- Fondato sospetto: I controlli difensivi possono essere legittimamente attuati in presenza di un “fondato sospetto” circa la commissione di un illecito da parte del lavoratore. Tale sospetto deve essere concreto e basato su elementi oggettivi.
- Finalità limitata: I controlli devono essere circoscritti alla verifica del sospetto specifico e non possono estendersi ad una indagine generalizzata sulla vita privata del lavoratore.
- Proporzionalità: Le modalità di esecuzione dei controlli devono essere proporzionate al fine perseguito, evitando eccessive intrusioni nella sfera privata del lavoratore.
- Conservazione dei dati: I dati raccolti nel corso dei controlli devono essere conservati per un periodo limitato e utilizzati esclusivamente per le finalità per cui sono stati acquisiti.
Questo cosa significa per la vostra azienda? L’ ordinanza impone alle aziende di esercitare i propri poteri di controllo con maggiore cautela e nel rispetto dei diritti dei lavoratori. In particolare, le imprese dovranno:
- Documentare adeguatamente: il datore di lavoro deve essere in grado di dimostrare l’esistenza di un sospetto e la proporzionalità delle misure adottate.
- Informare: I dipendenti devono essere informati, tramite documenti, in modo chiaro e trasparente circa le modalità di esercizio dei controlli difensivi.
- Rivedere le policy aziendali: Le politiche aziendali in materia di controlli difensivi devono essere aggiornate alla luce dei nuovi orientamenti giurisprudenziali.
Questa ordinanza definisce i limiti dei controlli difensivi aziendali. Le imprese che intendono esercitare tali poteri dovranno prestare la massima attenzione al rispetto di questi principi sanciti, al fine di evitare contenziosi e pesanti sanzioni.
Non tutte le informazioni utili all’azienda possono essere recuperate tramite risorse interne, occorre nei casi più delicati affidarsi ad un investigatore privato autorizzato. L’ investigatore privato grazie al suo know how è un potente alleato del datore di lavoro.
Gli investigatori privati sono contattati dalle aziende per verificare la sussistenza di comportamenti illeciti o dannosi da parte dei dipendenti e dei loro collaboratori. Tali indagini sono finalizzate a tutelare gli interessi aziendali e a prevenire eventuali danni economici.
Il lavoro dell’ investigatore privato deve essere caratterizzato da una forte collaborazione con l’azienda cliente (il rapporto di fiducia con il cliente è basilare nella definizione delle modalità di svolgimento delle indagini), una costante formazione e aggiornamento del proprio personale, il rispetto della normativa privacy (importante per evitare violazioni che invaliderebbero il lavoro investigativo) e dalla capacità di sintetizzare l’indagine in un report investigativo chiaro, accurato e proporzionato al fine dell’ indagine.
La sentenza 807/2025 introduce, quindi, un nuovo equilibrio tra la necessità delle aziende di tutelare i propri interessi e il diritto dei lavoratori alla privacy.
Quando un’azienda necessita dei servizi investigativi di un’ agenzia investigativa è opportuno:
- Scegliere con attenzione il professionista: verificando per prima cosa la presenza dell’ Autorizzazione Prefettizia (condizione obbligatoria per poter effettuare indagini per conto terzi), in secondo luogo è bene accertarsi che sia specializzato in ambito aziendale.
- Definire l’oggetto di indagine: una volta trovato il professionista adeguato è fondamentale esporre in modo chiaro e preciso l’oggetto dell’indagine per poter consentire all’ investigatore di proporre il giusto servizio.
- Collaborare con il proprio legale: consultare un avvocato (meglio se specializzato nella materia oggetto di indagine) per una valutazione preliminare, per verificare la legittimità dell’azione intrapresa e soprattutto per mettere a frutto il lavoro investigativo.
Sospetti che nella tua azienda ci siano episodi di comportamenti illeciti? Chiamaci per consulto gratuito al 0542380251 oppure scrivici a info@veritasinvestigazioni.it
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