Da tempo, a causa anche della crisi economica, le aziende affrontano l’ infedeltà dei propri dipendenti servendosi delle agenzie investigative. Infatti tipo di problemi non causano solo danni economici, ma anche in termini di produzione, qualità dell’ambiente lavorativo e reputation.
Finte malattie, assenteismo, uso improprio dei permessi legge 104, concorrenza sleale o furti sono alcuni dei problemi che possono arrecare i collaboratori più disonesti che possono lavorare all’interno di un’azienda.
Fortunatamente è possibile rivolgersi ad un’ agenzia investigativa (Il datore di lavoro può ricorrere ad un’agenzia investigativa per accertare il mancato svolgimento dell’attività lavorativa da parte dei dipendenti. Corte di Cassazione, sentenza n. 8373 pubblicata il 4 aprile 2018), come Veritas Investigazioni, regolarmente munita di Licenza Prefettizia, la quale attraverso le indagini del caso, come appostamenti, pedinamenti, foto e video, ricerca di informazioni saranno in grado di risolvervi il problema.
Il servizio investigativo, qualora attesti una reale infedeltà del dipendente può essere usato come eccellente fonte di prova a sostegno del licenziamento per giusta causa. Il quale, poi, permetterà all’azienda di arginare le perdite economiche e non createsi a causa del collaboratore.
Occorre precisare che l’investigatore privato che sta effettuando un’indagine nei confronti di un dipendente deve per forza, e giustamente, rispettare alcuni obblighi dati dallo Statuto dei Lavoratori (Legge n.300/1970), dal GDPR, e dalla Legge Italiana. Infatti per prima cosa occorre che il mandato di incarico si basi un su diritto, dell’azienda, da difendere poi in sede di giudizio, e che il controllo deve limitarsi agli atti illeciti del lavoratore non connessi al mero inadempimento dell’obbligazione (prestazione di lavoro).
Il controllo, poi, deve evitare di essere una mera vigilanza sull’obbligazione al lavoro, compito che spetta prettamente al datore di lavoro o persona interposta facente parte dell’azienda, infatti la Cassazione precisa che il controllo occulto non deve essere una mera verifica delle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, ma un’azione diretta a conoscere le cause dell’assenza del dipendente. Con la sentenza n. 3590/2011, la Cassazione precisa che non è precluso l’utilizzo di agenzie investigative “purché queste non sconfinino nella vigilanza dell’attività lavorativa vera e propria”, ma siano limitate ai casi in cui i dipendenti si rendono colpevoli di illeciti o addirittura via sia solo il sospetto o la mera ipotesi che tali condotte siano in corso di esecuzione. Infine i controlli sui dipendenti devono rispettare la privacy di quest’ultimi, quindi devono essere svolti in luoghi pubblici, cioè sono vietati controlli in azienda o all’interno della privata dimora. E’ doveroso sottolineare, che le evidenze riportate dagli investigatori possono essere ammesse in giudizio, per dimostrare la liceità dei controlli effettuati (sentenza di Cassazione n. 12489/2011). Il datore può utilizzare in sede di giudizio le relazioni dell’Agenzia incaricata dei controlli.
Di seguito alcune sentenze che avvallano l’utilizzo di agenzie investigative in altre situazioni: la mancata registrazione della vendita da parte dell’addetto alla cassa di un esercizio commerciale e conseguente appropriazione delle somme incassate (Cass. n. 18821/2008), lo svolgimento di attività extra-lavorativa in violazione del divieto di concorrenza (Cass. n. 12810/2017) o, ancora, l’utilizzo improprio, da parte di un dipendente, dei permessi di cui alla L. 104/1992 (Cass. n. 4984/2014).